I ritmi della natura e le storie degli uomini negli occhi di un grande narratore che ci fa camminare accanto a lui, con passo lento e sicuro, stagione dopo stagione. Questo libro è il percorso di una vita. Nato da un profondo rispetto della natura, del suo equilibrio e della sua grazia, rievoca grandi avvenimenti della Storia e piccole vicende personali, in un flusso scandito dall'alternarsi delle stagioni. 
Nella memoria dell'autore ogni cosa ha lo stesso spazio, la stessa dignità; ogni frammento trova la giusta collocazione all’interno di un quadro che Rigoni Stern, “uomo di montagna”, dipinge coi colori più vivi. Accanto alla campagna di Russia e alla drammatica esperienza del lager riemergono così episodi apparentemente marginali, che tuttavia danno il senso di una vita: i suoi giochi di ragazzo alle prime battute di caccia,  una visita alla Reggia di Versailles, il “bel gallo” regalato all'amico Vittorini, che però, a mangiarlo, si rivela “selvatico e coriaceo”…E poi ancora antichi riti e vecchie tradizioni, uomini e affetti di altre epoche, alberi e animali destinati ad annunciare il nuovo clima e la nuova stagione, luoghi e paesaggi forse dimenticati, ma sempre carichi di storia e di ricordi: su tutto lo sguardo, a volte divertito e a volte malinconico, dell'autore, testimone del suo tempo e di un passato che continua a riaffiorare. 
Stagioni
di Mario Rigoni Stern
Pag. 144
All’interno della nostra sede c’è una biblioteca che dispone 
di oltre 350 libri di vario genere. Ampio spazio è dedicato
alla sezione narrativa, che raccoglie racconti di alpinismo,
cronache di esperienze e fatti accaduti sulle vette di tutti i 
continenti  che in qualche modo possono farci riflettere su
come affrontare e vivere la montagna .
Sulla traccia di Nives
di Erri De Luca 
Pag. 115

Erri De Luca dà voce, in forma di dialogo, all'incontro tra un alpinista "mediterraneo" che viene a contatto con la superficie rocciosa della terra, avvolgendola, toccandola, abbracciandola, tessendo la meraviglia di scalare a piedi nudi per sentire la pietra, e un'alpinista (con l'apostrofo) d'alta quota, abitante volontaria di luoghi deserti di vita, dove il vento soffia violento senza sosta, l'aria gelida ingolfa i polmoni, il sole brucia la pelle e ferisce gli occhi. 
Diversi nel rivelare i loro più intimi pensieri, le loro storie, il loro modo d'intendere la montagna, allo stesso tempo insieme alla ricerca di un spazio in cui dialogare sottovoce, e produrre nello scambio il calore necessario ad un'amicizia in marcia verso gli ottomila metri del Dhaulagiri. Un confronto fatto di sensazioni vissute su roccia, ghiaccio e neve ricordando i compagni di scalata, discorrendo di piccozze brandite mentre l'elettrica scossa della tempesta intimorisce, di lunghi cammini in valli nepalesi, di abbracci in vetta, di faticosi ritorni, ma anche di esperienze semplici vissute lontano dalle vette. Lo scrittore prova a definire la natura personale del suo salire, e la riconosce non nell'ascendere spirituale per accostarsi ad altezze celesti, ma per marcare materialmente la separazione dal suolo, "per allontanarsi e voltare le spalle ed approfondire la solitudine".
La salita del Cervino
di Edward Whymper
Pag. 394

Molti autori si sono cimentati a scrivere libri di montagna, molte montagne sono state scalate, ma il binomio Whymper-Cervino è uno dei più famosi e destinato a durare nel tempo, uno dei maggiori classici della letteratura alpina. Il Cervino non è la montagna più alta delle Alpi, nemmeno la più difficile, ma per la sua forma, la sua collocazione, la sua storia, appare come la montagna simbolica; ripresa in milioni di fotografie, stilizzata e presa a effigie nei campi più svariati, dalla cioccolata, al formaggio, alle case cinematografiche. 
La sua prima salita ha avuto maggior risonanza e fama ri-spetto a vette molto più impegnative, ma meno immaginifiche. Whymper narra in modo avvincente la storia emblematica e drammatica della scalata alla vetta,  il controverso rapporto con la guida valdostana Jean Antoine Carrel, la vittoria inattesa dalla  cresta svizzera con la guida M.Croz di Chamonix e il colpo di scena dell'incidente con quattro morti, la corda spezzata, il processo, che capovolge in tragedia la vittoria. 
a cura di Francesca B.
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