Chi vive la montagna sa che non sempre si raggiunge la meta prefissata e che, nonostante tutti gli sforzi ed i bei progetti, a volte non va come vorremmo. Da qui nasce, secondo il mio modesto parere, uno degli insegnamenti più grandi che la montagna può darci; l’obiettività e l’umiltà. L’obiettività di riconoscere e rispettare i propri limiti e l’umiltà di accettarli e rinunciare anche se la cosa non è sempre facile.
Ovviamente quando tutto fila per il verso giusto la grossa ricompensa è una gran soddisfazione ed un senso di appagamento che altrove è difficile provare.

Se ripenso alla gita al Bivacco Segalla, sopra il Passo delle Vacche in Val di Fumo, provo tutti questi sentimenti e mi sembra di rivivere queste emozioni; mi è quindi molto difficile fare una pura relazione della gita indicando tempi e dislivelli. I tempi di cammino sono quelli che servono e credo siano soggettivi; non ho mai dato importanza a quelli indicati sui segnavia, non mi faccio scrupoli a fermarmi per rifiatare o per ammirare le meraviglie che ci circondano e salendo al Passo delle Vacche le occasioni per fermarsi, sia per il primo che per il secondo motivo, non sono di certo mancate.

Anche in occasione di questa gita sociale però, ho potuto constatare che la salita più ripida, se accompagnata da sonore risate ed in buona compagnia, diventa meno faticosa e che maggiore è la fatica, più grande è la ricompensa finale.
Oltre che dall’allegra comitiva, la salita è stata rallegrata da una vista stupenda sul Pian di Neve, complice una bella giornata di sole, che ci ha accompagnato per tutto il giorno. C’è poi la grande emozione alla vista dei numerosi resti della Grande Guerra visibili nei pressi del Bivacco Segalla,  ancora lì a testimoniare un passato non troppo lontano ed a ricordare a noi escursionisti che qui qualcuno è morto ed ha sofferto freddo e fame. Questo museo a cielo aperto contribuiva ed attribuiva un non so che di sacro e solenne ad un am-






biente già di per sé grandioso come quello in cui ci si addentrava sempre più salendo il ripido sentiero. Ma salendo è solo, quando il sentiero cede il posto agli sfasciumi di granito tipici dei nostri monti e tanto cari a noi bresciani, che tutto diventa perfetto.
La meta tanto agognata comincia ad essere vicina, gli amici che ti hanno preceduto ti chiamano, ti incitano, ti dedicano canti di gioia e la fatica svanisce. 
Eccola quindi la ricompensa magnifica che la montagna sa offrire, racchiusa nel viso sorridente di chi con te ha condiviso affanno e sudate; e questo regalo è la consapevolezza che lì stai bene come non potresti  in nessun altro posto. Chi l’ha detto che al mondo niente è perfetto?

Norma G.
Una 
bella 
domenica!
Bivacco Segalla
Dal Passo delle Vacche

7