Strano inverno questo, avaro di neve e con temperature non troppo rigide. La proposta di Giovanni di salire l’Aviolo dalla via normale non mi è sembrata poi così strana.
Dopo aver ascoltato gli interessanti commenti di alcuni ragazzi saliti dalla via normale incontrati  l’estate precedente sulla cima, mi ero ripromesso di salire anche da quel versante a me sconosciuto.
Avrei preferito tornarci in un periodo più caldo, però pazienza.
Alle sette e trenta, lasciata l’ auto all’ area attrezzata in località Pezzolo sopra Edolo, ci incamminiamo sotto un cielo sereno. Siamo in sette Davide, Giovanni, Marco, Marina, Samuele, Stefano ed io. Fin da subito si calpesta la neve ma si riesce a procedere con passo spedito lungo il sentiero ben segnalato fino a quando il bosco si dirada ed inizia un lungo tratto quasi pianeggiante.
Ci si presenta una distesa immacolata, senza tracce, con qualche pino e qualche larice che danno un po’ di colore con ai fianchi ripidi pendii. Ora è un po’ più faticoso procedere nella neve ormai alta e poco consistente, in più siamo finiti sopra ad una distesa di pini mughi, completamente coperti dalla neve, che ci tendono continue trappole.
Ci rendiamo conto che seguire il sentiero percorrendo tutta la valle, con la neve che copre le pietraie nascondendo insidie ad ogni passo, non riusciremmo mai ad arrivare in vetta. La scelta di vie alternative ai normali itinerari è ormai per noi una consuetudine, un po’ per necessità, un po’ per il senso di libertà e di soddisfazione che proviamo nel farlo.
Osservando con attenzione il pendio di sinistra, individuiamo una serie di canali che dovrebbero portarci sotto la cima ma per riuscire ad accedere al primo dobbiamo superare un breve tratto su roccia. Dopo alcuni tentativi troviamo un punto che ci permette di superarlo senza utilizzare il materiale da roccia che sempre portiamo con noi. La salita ora è più agevole, anche perché il vento
ha spazzato via in alcuni punti la neve dal pendio, si chiacchera e si scherza stando comunque attenti nelle diramazioni a non imboccare canali chiusi o che presentino fasce rocciose.
Così facendo però ci spostiamo forse un po’ troppo sulla sinistra, finendo in una zona dove il pendio aumenta di parecchio la sua inclinazione. Breve consulto sul dafarsi e decidiamo di deviare a destra per raggiungere una selletta sulla cresta di uno sperone vicino. Il pendio è ripido, la neve non tiene molto ed in certi punti gli sfasciumi sotto di essa non sono molto stabili. Procedendo con molta attenzione e con molta fatica raggiungiamo la selletta. In questo ultimo tratto la tensione era palpabile, le parole poche e scoprire che aldilà dello sperone è possibile proseguire senza difficoltà ci risolleva il morale. Siamo spostati rispetto al punto dove pensavamo di arrivare, ma non di molto,
superiamo un facile tratto roccioso e proseguiamo per un breve pendio.
Il tratto di cresta finale è ormai in vista, su alcune pietre vediamogli inconfondibili segni rossi che ci indicano il percorso, siamo ritornati sulla via normale. Percorriamo l’ultimo tratto con molta attenzione, forse per la frenesia di arrivare in vetta, forse per i segni nascosti dalla neve, abbiamo preso la direzione più diretta per la cima e le rocce non sono molto stabili.
Finalmente in vetta, ammiro quella croce fatta con due bastoni, come la volta precedente penso che nella sua semplicità è perfetta su quella cima a 2890 metri. Breve sosta per riposare ed ammirare lo stupendo panorama che già il pensiero è rivolto alla discesa.
Decidiamo di scendere lungo la via di salita fino a sopra il tratto roccioso all’inizio dei canali, poi a Davide è sembrato di scorgere questa mattina un canale laterale che ci dovrebbe portare nella valle senza difficoltà. La discesa è più agevole del previsto, anche se in alcuni tratti delicata, le indicazioni di Davide si rivelano giuste e con un comodo pendio raggiungiamo la valle dove riprendiamo le nostre tracce. Arriviamo alle macchine che inizia a fare buio.
E’ stata una giornata piena, impegnativa ma di grande soddisfazione, siamo stanchi ma prima di partire ci soffermiamo ad ammirare uno spettacolare tramonto. Un ultimo regalo di questa splendida giornata.             Giancarlo F.
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