Non mi disse altro, ed io neanche m’interessai più del dovuto, chiedendo solo gli aspetti tecnici di cui avevo bisogno. Sapevo solamente che la serata non era su una montagna qualunque, ma sull’Eiger, anzi per essere precisi sulla prima ascensione italiana della celeberrima e maestosa parete Nord di questa montagna. Nei miei pensieri, iniziavo ad immaginarmi un po’ come sarebbe stata la serata: qualche filmato, qualche diapositiva, Fausto Camerini che aggiunge il suo prezioso commento alle immagini, anche se di solito in queste occasioni le foto dicono già molto da sole…
Arriva settembre, la macchina organizzativa si mette in moto. Una settimana prima della serata, mi telefona Baglioni per gli ultimi dettagli; mi spiega meglio come si svolgerà l’incontro ed ecco uscire alla luce nomi come
Franco Solina, 
Romano Perego, Armando Aste, 
Gildo Airoldi, 
Andrea Mellano. 














Ammetto che inizialmente non tutti i nomi mi dicevano qualcosa, ma Aste e Solina, questi sì, questi non mi erano certo nuovi.
Capisco che la serata, che immaginavo solo come una semplice proiezione, sarà qualcosa di certamente più affascinante.
Ma le sorprese non finiscono. Per la sera stessa dell’incontro gli accordi erano che dopo aver montato tutto il necessario sul palco, Baglioni avrebbe offerto la cena a me e Claudio; almeno così avevo capito. Un panino e magari un piatto di casoncelli del Settembre Inzinese, manifestazione nella quale era inserita la serata sull’Eiger.
Invece ancora una volta mi sbagliavo. Alla fine mi sono ritrovato seduto a cena con un pezzo di storia dell’Alpinismo. Imbarazzato, mi chiedevo se fossi vestito in modo decoroso per pormi davanti a persone così importanti, a questi pilastri dell’alpinismo degli anni 50-60, immaginando come potevano essere questi “mostri” che salirono per la prima italiana la temibile nord dell’Eiger che ha mietuto tante vittime, utilizzando il materiale che ai tempi non era di certo quello che oggi siamo abituati a vedere.
Eccoli, arrivano… non sembrano mostri, anzi davanti a me si pongono quattro persone veramente semplici 

(Armando Aste non c’è per problemi familiari). Dopo i saluti e soliti convenevoli, ci sediamo a cena. All’inizio un po’ di timore reverenziale nel parlare con persone così importanti, ma dura veramente un attimo;



 i racconti iniziano a susseguirsi freneticamente l’uno all’altro, ma ognuno sembra un film al rallentatore.
Di fronte a me sedeva Perego. Racconta delle sue prime salite, delle nuove vie che ha aperto, delle giornate che oggi trascorre nella sua Grigna (è di Lecco e fa parte del Gruppo Ragni di Lecco), della spedizione sul  McKinley con un altro gigante di quei tempi,  Riccardo Cassin. Provo ad immedesimarmi in quell’epoca; molte delle vie che hanno ripetuto o aperto sono ben chiare nella mia testa. Immagino me stesso con i materiali di quel tempo e di oggi su quelle pareti. Una sensazione mista tra paura e maestosità di quelle vie mi pervade; forse solo adesso riesco veramente a capire la grandezza delle loro imprese.
Eppure loro raccontano di queste incredibili ascensioni come un nonno che racconta al suo nipotino quanto è bello camminare sui monti a raccogliere funghi e fiori. 

Salite a pareti come Nord del Cervino, Grandes Jorasses e ovviamente Eiger, che ancora oggi sono sfide molto impegnative che solo alpinisti di un certo livello sono in grado di affrontare, vengono raccontate come se fossero ascese “normali”; nelle loro parole una grande modestia. Nella scelta della salita, il nome certo attirava molto anche loro, ma la cosa più importante 





era divertirsi; non era di certo quello di dimostrare agli altri alpinisti dell’epoca di essere più o meno bravi. Ed ancora oggi, pur avendo fatto quello che hanno fatto, rimangono persone straordinariamente semplici nel porsi davanti agli altri a raccontare le loro incredibili storie.
Guardiamo gli orologi. Sono le 20:45! L’incontro doveva iniziare alle 20:30! Presi da quei racconti avevamo perso la cognizione del tempo. Corro con Claudio ad accendere  computer, proiettore, casse etc… Alle 21, con mezz’ora di ritardo, diamo inizio alla serata.  Il loro racconto della salita all’Eiger lascia a bocca aperta tutti quelli che hanno avuto la fortuna di esserci, me compreso. Ma i ricordi più belli di quella serata rimarranno sicuramente i racconti durante quella cena trascorsa insieme ad un pezzo di storia dell’alpinismo degli anni 50.
                                                                                               
                                                                                           	Riccardo B.

a cena con un 
pezzo di storia 
dell’Alpinismo
E’ luglio, quando incontro Mauro Baglioni, Presidente del C.A.I. Gardone Valtrompia, che mi chiede la disponibilità a dare una mano il 19 Settembre per i preparativi di una serata ovviamente 
improntata sulla montagna. 
Nord dell'Eiger
La prima ascensione italiana della nord è dell'agosto 1962 ad opera di due cordate. 28