Quando ho visto il manifesto in sede per questa gita organizzata dalla nostra Sezione del C.A.I. in collaborazione con il gruppo del G.A.L. ho pensato che era l’occasione di ritornare su una vetta che avevo scalato per la prima volta 17 anni fa e che avevo ripetuto per la via Hintergrat qualche  anno dopo e mi era piaciuta moltissimo; quindi ho chiamato Davide per iscrivermi.
Pochi giorni prima della partenza mi chiamano per dirmi che la gita viene posticipata di due giorni per problemi di meteo.
Finalmente martedì 11 ci troviamo sul piazzale delle piscine alle 8,00 per la partenza; oltre a me ci sono Davide, Stefano, Franco, Livio, Sauro, Norma, Amilcare, Manuel e Giordano che ho il piacere di conoscere.
Ci dividiamo in 3 macchine e ci avviamo per la strada del Brennero; dopo aver pranzato 30 Km prima di Solda ed aver fatto provviste arriviamo al parcheggio di Santa Geltrude di Solda (1850 m) e ci prepariamo per la salita. Il tempo è ottimo e quindi verso le 14.00 ci avviamo lungo il sentiero n.4 per il bosco che porta alla morena della Vedretta di Marlet.
Dopo alcune serpentine arriviamo al Rifugio Tabaretta (2556 m) da dove si può ammirare l’imponente parete Nord.
Subito dietro il rifugio si prosegue lungo il sentiero che costeggia il pendio della Punta Tabaretta per giungere alla Forcella dell’Orso (2879 m) da dove si ha un magnifico panorama verso il Rifugio Payer, l’imponente ghiacciaio dell’Ortles ed i monti intorno al passo dello Stelvio.
Da qui si sale sul versante nord della cresta che porta al Passo della Tabaretta (2883 m), per tratti un po’ esposti, ma sempre protetti da funi.
Dopo un ultima salita verso le 17.00 raggiungiamo il Rifugio Payer (3029 m) e finalmente possiamo togliere gli zaini che non sono mai leggeri.
Il rifugio si trova in una posizione dominante, è su una cresta e lo sguardo può spaziare a 360°.
Qui facciamo conoscenza con un gipeto che noi avevamo scambiato inizialmente per un’aquila; il gipeto è un rapace che raggiunge un apertura alare di 260 cm e vi posso assicurare che vederlo volare vicino fa una certa impressione.
Quando tutto il gruppo è arrivato ci accomodiamo nelle nostre camerette, io mi trovo in compagnia di Livio e Manuel in una camera da quattro posti.
Ci prepariamo per la cena e così ho la possibilità di conoscere meglio Amilcare, Manuel, Giordano e Norma.
In poco tempo si riempie la sala e verso le 18.30 si inizia la cena con una buona pastasciutta seguita da un secondo a base di carne con contorno di patatine e birra alla spina.
La serata procede allegramente e si presenta un bellissimo tramonto, l’ultimo sole illumina di rosso il ghiacciaio dell’Ortles che domani dovremo percorrere.
Dopo l’ultima chiacchierata verso le 21,30 ci portiamo nelle nostre camere per la notte.
La sveglia sarà per le 4.15 ed è meglio stendere le gambe per qualche ora.
Spero di dormire anche perché abbiamo la fortuna di trovarci in camerette. Dopo aver dato la buona notte mi addormento abbastanza velocemente; mi sembra di aver dormito parecchio e guardo l’orologio, sono solo le 00.30 e fino al mattino non riuscirò più a dormire, Livio e Manuel invece dormiranno tutta notte.
Non ho bisogno di sentire la sveglia per alzarmi e dopo essermi vestito scendo per la colazione, il Quando ho visto il manifesto in sede per questa gita organizzata dalla nostra Sezione del C.A.I. in collaborazione con il gruppo del G.A.L. ho pensato che era l’occasione di ritornare su una vetta che avevo scalato per la prima volta 17 anni fa e che avevo ripetuto per la via Hintergrat qualche  anno dopo e mi era piaciuta moltissimo; quindi ho chiamato Davide per iscrivermi.
Pochi giorni prima della partenza mi chiamano per dirmi che la gita viene posticipata di due giorni per problemi di meteo.
Finalmente martedì 11 ci troviamo sul piazzale delle piscine alle 8,00 per la partenza; oltre a me ci sono Davide, Stefano, Franco, Livio, Sauro, Norma, Amilcare, Manuel e Giordano che ho il piacere di conoscere.
Ci dividiamo in 3 macchine e ci avviamo per la strada del Brennero; dopo aver pranzato 30 Km prima di Solda ed aver fatto provviste arriviamo al parcheggio di Santa Geltrude di Solda (1850 m) e ci prepariamo per la salita. Il tempo è ottimo e quindi verso le 14.00 ci avviamo lungo il sentiero n.4 per il bosco che porta alla morena della Vedretta di Marlet.
Dopo alcune serpentine arriviamo al Rifugio Tabaretta (2556 m) da dove si può ammirare l’imponente parete Nord.
Subito dietro il rifugio si prosegue lungo il sentiero che costeggia il pendio della Punta Tabaretta per giungere alla Forcella dell’Orso (2879 m) da dove si ha un magnifico panorama verso il Rifugio Payer, l’imponente ghiacciaio dell’Ortles ed i monti intorno al passo dello Stelvio.
Da qui si sale sul versante nord della cresta che porta al Passo della Tabaretta (2883 m), per tratti un po’ esposti, ma sempre protetti da funi.
Dopo un ultima salita verso le 17.00 raggiungiamo il Rifugio Payer (3029 m) e finalmente possiamo togliere gli zaini che non sono mai leggeri.
Il rifugio si trova in una posizione dominante, è su una cresta e lo sguardo può spaziare a 360°.
Qui facciamo conoscenza con un gipeto che noi avevamo scambiato inizialmente per un’aquila; il gipeto è un rapace che raggiunge un apertura alare di 260 cm e vi posso assicurare che vederlo volare vicino fa una certa impressione.
Quando tutto il gruppo è arrivato ci accomodiamo nelle nostre camerette, io mi trovo in compagnia di Livio e Manuel in una camera da quattro posti.
Ci prepariamo per la cena e così ho la possibilità di conoscere meglio Amilcare, Manuel, Giordano e Norma.
In poco tempo si riempie la sala e verso le 18.30 si inizia la cena con una buona pastasciutta seguita da un secondo a base di carne con contorno di patatine e birra alla spina.
La serata procede allegramente e si presenta un bellissimo tramonto, l’ultimo sole illumina di rosso il ghiacciaio dell’Ortles che domani dovremo percorrere.
Dopo l’ultima chiacchierata verso le 21,30 ci portiamo nelle nostre camere per la notte.
La sveglia sarà per le 4.15 ed è meglio stendere le gambe per qualche ora.
Spero di dormire anche perché abbiamo la fortuna di trovarci in camerette. Dopo aver dato la buona notte mi addormento abbastanza velocemente; mi sembra di aver dormito parecchio e guardo l’orologio, sono solo le 00.30 e fino al mattino non riuscirò più a dormire, Livio e Manuel invece dormiranno tutta notte.
Non ho bisogno di sentire la sveglia per alzarmi e dopo essermi vestito scendo per la colazione, il
Quando ho visto il manifesto in sede per questa gita organizzata dalla nostra Sezione del C.A.I. in collaborazione con il gruppo del G.A.L. ho pensato che era l’occasione di ritornare su una vetta che avevo scalato per la prima volta 17 anni fa e che avevo ripetuto per la via Hintergrat qualche  anno dopo e mi era piaciuta moltissimo; quindi ho chiamato Davide per iscrivermi.
Pochi giorni prima della partenza mi chiamano per dirmi che la gita viene posticipata di due giorni per problemi di meteo.
Finalmente martedì 11 ci troviamo sul piazzale delle piscine alle 8,00 per la partenza; oltre a me ci sono Davide, Stefano, Franco, Livio, Sauro, Norma, Amilcare, Manuel e Giordano che ho il piacere di conoscere.
Ci dividiamo in 3 macchine e ci avviamo per la strada del Brennero; dopo aver pranzato 30 Km prima di Solda ed aver fatto provviste arriviamo al parcheggio di Santa Geltrude di Solda (1850 m) e ci prepariamo per la salita. Il tempo è ottimo e quindi verso le 14.00 ci avviamo lungo il sentiero n.4 per il bosco che porta alla morena della Vedretta di Marlet.
Dopo alcune serpentine arriviamo al Rifugio Tabaretta (2556 m) da dove si può ammirare l’imponente parete Nord.
Subito dietro il rifugio si prosegue lungo il sentiero che costeggia il pendio della Punta Tabaretta per giungere alla Forcella dell’Orso (2879 m) da dove si ha un magnifico panorama verso il Rifugio Payer, l’imponente ghiacciaio dell’Ortles ed i monti intorno al passo dello Stelvio.
Da qui si sale sul versante nord della cresta che porta al Passo della Tabaretta (2883 m), per tratti un po’ esposti, ma sempre protetti da funi.
Dopo un ultima salita verso le 17.00 raggiungiamo il Rifugio Payer (3029 m) e finalmente possiamo togliere gli zaini che non sono mai leggeri.
Il rifugio si trova in una posizione dominante, è su una cresta e lo sguardo può spaziare a 360°.
Qui facciamo conoscenza con un gipeto che noi avevamo scambiato inizialmente per un’aquila; il gipeto è un rapace che raggiunge un apertura alare di 260 cm e vi posso assicurare che vederlo volare vicino fa una certa impressione.
Quando tutto il gruppo è arrivato ci accomodiamo nelle nostre camerette, io mi trovo in compagnia di Livio e Manuel in una camera da quattro posti.
Ci prepariamo per la cena e così ho la possibilità di conoscere meglio Amilcare, Manuel, Giordano e Norma.
In poco tempo si riempie la sala e verso le 18.30 si inizia la cena con una buona pastasciutta seguita da un secondo a base di carne con contorno di patatine e birra alla spina.
La serata procede allegramente e si presenta un bellissimo tramonto, l’ultimo sole illumina di rosso il ghiacciaio dell’Ortles che domani dovremo percorrere.
Dopo l’ultima chiacchierata verso le 21,30 ci portiamo nelle nostre camere per la notte.
La sveglia sarà per le 4.15 ed è meglio stendere le gambe per qualche ora.
Spero di dormire anche perché abbiamo la fortuna di trovarci in camerette. Dopo aver dato la buona notte mi addormento abbastanza velocemente; mi sembra di aver dormito parecchio e guardo l’orologio, sono solo le 00.30 e fino al mattino non riuscirò più a dormire, Livio e Manuel invece dormiranno tutta notte.
Non ho bisogno di sentire la sveglia per alzarmi e dopo essermi vestito scendo per la colazione, il
tempo promette bene e questo ci mette di buon umore.
Dopo aver controllato l’attrezzatura alle 5.00 partiamo con le frontali accese salendo in direzione SO passando per il versante nord della Punta Tabaretta e salendo per un tratto roccioso fino alla paretina rocciosa Wandin. Questo passaggio per la roccia provvisto di sicure costituisce il tratto tecnicamente più impegnativo, ma anche il successivo passaggio esposto in cresta richiede prudenza.
Non fa freddo e procediamo speditamente, il tempo è sempre ottimo ed alla fine del passaggio roccioso attraversiamo un pendio che ci porta al ghiacciaio nella “Buca dell’Orso” e qui ci fermiamo per legarci con le nostre cordate.
Prima partono Davide, Franco e Stefano, poi io con Livio, Manuel e Sauro e quindi Amilcare con Giordano e Norma.
Si fa sentire il vento e dobbiamo coprirci, il ghiacciaio è in ottime condizioni e procediamo al Dosso Tschierfegg dove si trova il Bivacco Lombardi. Dopo il bivacco si procede per il ghiacciaio e superato un tratto ripido di circa 35° si giunge al dolce altipiano superiore dell’Ortles, dove sulla destra si sale in moderata pendenza fino alla vetta.
La cordata di Davide è salita velocemente, in 3 ore sono già in vetta (3902 m) a 900 m di dislivello dal rifugio, dopo mezz’oretta arriviamo noi e poi arriverà la terza cordata.
Dopo le fotografie di rito mangiamo qualcosa e rimiriamo il panorama, a Sud si presenta il Piccolo Zebrù e la parete Nord del Gran Zebrù (3851m), la giornata è sempre stupenda e rimarrà così fino alla fine.
Ci avviamo speditamente per il ritorno sulla neve che tiene benissimo e sulle roccette asciutte, ed alle 12.00 siamo al Rifugio Payer. Qui ci concediamo una pausa per uno spuntino e per sistemare l’attrezzatura negli zaini. Ci aspettano ancora 1200 m di dislivello per arrivare al parcheggio (le ginocchia grideranno vendetta) e passata un’oretta riprendiamo il viaggio; alle 14.30 siamo alle auto.
Ci fermiamo a Merano per mangiare qualcosa e poi ci salutiamo.
E’ andato tutto benissimo, dalla bellezza di questa escursione alpinistica alla compagnia molto affiatata, ed il tempo ha fatto la sua parte.
Alla prossima!!! 
                               Gino U.
tempo promette bene e questo ci mette di buon umore.
Dopo aver controllato l’attrezzatura alle 5.00 partiamo con le frontali accese salendo in direzione SO passando per il versante nord della Punta Tabaretta e salendo per un tratto roccioso fino alla paretina rocciosa Wandin. Questo passaggio per la roccia provvisto di sicure costituisce il tratto tecnicamente più impegnativo, ma anche il successivo passaggio esposto in cresta richiede prudenza.
Non fa freddo e procediamo speditamente, il tempo è sempre ottimo ed alla fine del passaggio roccioso attraversiamo un pendio che ci porta al ghiacciaio nella “Buca dell’Orso” e qui ci fermiamo per legarci con le nostre cordate.
Prima partono Davide, Franco e Stefano, poi io con Livio, Manuel e Sauro e quindi Amilcare con Giordano e Norma.
Si fa sentire il vento e dobbiamo coprirci, il ghiacciaio è in ottime condizioni e procediamo al Dosso Tschierfegg dove si trova il Bivacco Lombardi. Dopo il bivacco si procede per il ghiacciaio e superato un tratto ripido di circa 35° si giunge al dolce altipiano superiore dell’Ortles, dove sulla destra si sale in moderata pendenza fino alla vetta.
La cordata di Davide è salita velocemente, in 3 ore sono già in vetta (3902 m) a 900 m di dislivello dal rifugio, dopo mezz’oretta arriviamo noi e poi arriverà la terza cordata.
Dopo le fotografie di rito mangiamo qualcosa e rimiriamo il panorama, a Sud si presenta il Piccolo Zebrù e la parete Nord del Gran Zebrù (3851m), la giornata è sempre stupenda e rimarrà così fino alla fine.
Ci avviamo speditamente per il ritorno sulla neve che tiene benissimo e sulle roccette asciutte, ed alle 12.00 siamo al Rifugio Payer. Qui ci concediamo una pausa per uno spuntino e per sistemare l’attrezzatura negli zaini. Ci aspettano ancora 1200 m di dislivello per arrivare al parcheggio (le ginocchia grideranno vendetta) e passata un’oretta riprendiamo il viaggio; alle 14.30 siamo alle auto.
Ci fermiamo a Merano per mangiare qualcosa e poi ci salutiamo.
E’ andato tutto benissimo, dalla bellezza di questa escursione alpinistica alla compagnia molto affiatata, ed il tempo ha fatto la sua parte.
Alla prossima!!! 
                               Gino U.
tempo promette bene e questo ci mette di buon umore.
Dopo aver controllato l’attrezzatura alle 5.00 partiamo con le frontali accese salendo in direzione SO passando per il versante nord della Punta Tabaretta e salendo per un tratto roccioso fino alla paretina rocciosa Wandin. Questo passaggio per la roccia provvisto di sicure costituisce il tratto tecnicamente più impegnativo, ma anche il successivo passaggio esposto in cresta richiede prudenza.
Non fa freddo e procediamo speditamente, il tempo è sempre ottimo ed alla fine del passaggio roccioso attraversiamo un pendio che ci porta al ghiacciaio nella “Buca dell’Orso” e qui ci fermiamo per legarci con le nostre cordate.
Prima partono Davide, Franco e Stefano, poi io con Livio, Manuel e Sauro e quindi Amilcare con Giordano e Norma.
Si fa sentire il vento e dobbiamo coprirci, il ghiacciaio è in ottime condizioni e procediamo al Dosso Tschierfegg dove si trova il Bivacco Lombardi. Dopo il bivacco si procede per il ghiacciaio e superato un tratto ripido di circa 35° si giunge al dolce altipiano superiore dell’Ortles, dove sulla destra si sale in moderata pendenza fino alla vetta.
La cordata di Davide è salita velocemente, in 3 ore sono già in vetta (3902 m) a 900 m di dislivello dal rifugio, dopo mezz’oretta arriviamo noi e poi arriverà la terza cordata.
Dopo le fotografie di rito mangiamo qualcosa e rimiriamo il panorama, a Sud si presenta il Piccolo Zebrù e la parete Nord del Gran Zebrù (3851m), la giornata è sempre stupenda e rimarrà così fino alla fine.
Ci avviamo speditamente per il ritorno sulla neve che tiene benissimo e sulle roccette asciutte, ed alle 12.00 siamo al Rifugio Payer. Qui ci concediamo una pausa per uno spuntino e per sistemare l’attrezzatura negli zaini. Ci aspettano ancora 1200 m di dislivello per arrivare al parcheggio (le ginocchia grideranno vendetta) e passata un’oretta riprendiamo il viaggio; alle 14.30 siamo alle auto.
Ci fermiamo a Merano per mangiare qualcosa e poi ci salutiamo.
E’ andato tutto benissimo, dalla bellezza di questa escursione alpinistica alla compagnia molto affiatata, ed il tempo ha fatto la sua parte.
Alla prossima!!! 
                               Gino U.