LA MIA PRIMA

FERRATA


Sabato 5 e Domenica 6 Settembre siamo andati in Val Di Fassa per la consueta gita di due giorni di settembre che comprendeva anche una ferrata.  Ad un certo punto Virgilio mi ha chiesto perché non la facessi anch’io; subito non ho saputo cosa rispondere, la tentazione era tanta, ma il timore di non essere all’altezza e soprattutto di essere di impaccio agli altri mi frenavano moltissimo, così, come si fa di solito, ho chiesto consiglio ad Angelo che mi ha detto che se avessi voluto cimentarmi quella era l’occasione buona perché la ferrata, pur essendo impegnativa, era alla portata di una “principiante” come me.

Sabato siamo saliti al Rifugio Vajolet, un primo tratto con la funivia e poi con un comodo sentiero; nel pomeriggio siamo saliti fino alla base delle Torri  del Vajolet per poi proseguire fino al Passo Santner; da qui, complice la limpidissima giornata, abbiamo potuto ammirare un panorama splendido.
Dopo la solita chiassosa cena abbiamo ammirato il sorgere di una magnifica luna piena che rendeva il paesaggio magico.
Il mattino dopo siamo partiti tutti di buon’ora verso il Passo Principe dove il gruppo si è diviso; in 22 ci siamo imbracati e, caschetto in testa, via verso la Cima Antermoia (3004 m) per la via ferrata; prima di arrivare al punto d’attacco devo confessare che per un attimo mi sono chiesta cosa ci facessi lì e chi me lo facesse fare, ma è stato solo un momento, poi come faccio quasi sempre nella vita, via, mi sono buttata (per modo di dire naturalmente). Aiutata 
dai miei fedeli angeli custodi Virgilio ed Ivano che non mi hanno lasciata sola nemmeno per un momento e mi hanno dato fiducia, sono partita all’attacco. Una volta capito come funziona l’alternanza dell’aggancio e sgancio dei moschettoni e come cercare i giusti appoggi per i piedi e le mani, il grosso è fatto. 
La salita è filata via bene, una volta giunti in vetta ho avuto un momento di autentico magone, un po’ per l’emozione di aver raggiunto la meta, un po’ per la magnifica vista che spaziava a 360 gradi, un po’ per gli abbracci ed i complimenti che ci siamo scambiati con gli amici, sono stati momenti davvero indimenticabili.
Dopo le foto di rito, via sul sentiero di ritorno che devo dire è stato altrettanto impegnativo della salita anche per la presenza di qualche punto ghiacciato. All’arrivo, guardando indietro non riuscivo a credere di essere salita e scesa da lassù, la soddisfazione era davvero tanta. Grazie davvero di cuore agli amici che mi hanno aiutata ed incoraggiata a provarci, e adesso chi mi ferma più?
                                                                                                                       		                      Giusi R.

Sabato 5 e Domenica 6 Settembre siamo andati in Val Di Fassa per la consueta gita di due giorni di settembre che comprendeva anche una ferrata.  Ad un certo punto Virgilio mi ha chiesto perché non la facessi anch’io; subito non ho saputo cosa rispondere, la tentazione era tanta, ma il timore di non essere all’altezza e soprattutto di essere di impaccio agli altri mi frenavano moltissimo, così, come si fa di solito, ho chiesto consiglio ad Angelo che mi ha detto che se avessi voluto cimentarmi quella era l’occasione buona perché la ferrata, pur essendo impegnativa, era alla portata di una “principiante” come me.

Sabato siamo saliti al Rifugio Vajolet, un primo tratto con la funivia e poi con un comodo sentiero; nel pomeriggio siamo saliti fino alla base delle Torri  del Vajolet per poi proseguire fino al Passo Santner; da qui, complice la limpidissima giornata, abbiamo potuto ammirare un panorama splendido.
Dopo la solita chiassosa cena abbiamo ammirato il sorgere di una magnifica luna piena che rendeva il paesaggio magico.
Il mattino dopo siamo partiti tutti di buon’ora verso il Passo Principe dove il gruppo si è diviso; in 22 ci siamo imbracati e, caschetto in testa, via verso la Cima Antermoia (3004 m) per la via ferrata; prima di arrivare al punto d’attacco devo confessare che per un attimo mi sono chiesta cosa ci facessi lì e chi me lo facesse fare, ma è stato solo un momento, poi come faccio quasi sempre nella vita, via, mi sono buttata (per modo di dire naturalmente). Aiutata 
dai miei fedeli angeli custodi Virgilio ed Ivano che non mi hanno lasciata sola nemmeno per un momento e mi hanno dato fiducia, sono partita all’attacco. Una volta capito come funziona l’alternanza dell’aggancio e sgancio dei moschettoni e come cercare i giusti appoggi per i piedi e le mani, il grosso è fatto. 
La salita è filata via bene, una volta giunti in vetta ho avuto un momento di autentico magone, un po’ per l’emozione di aver raggiunto la meta, un po’ per la magnifica vista che spaziava a 360 gradi, un po’ per gli abbracci ed i complimenti che ci siamo scambiati con gli amici, sono stati momenti davvero indimenticabili.
Dopo le foto di rito, via sul sentiero di ritorno che devo dire è stato altrettanto impegnativo della salita anche per la presenza di qualche punto ghiacciato. All’arrivo, guardando indietro non riuscivo a credere di essere salita e scesa da lassù, la soddisfazione era davvero tanta. Grazie davvero di cuore agli amici che mi hanno aiutata ed incoraggiata a provarci, e adesso chi mi ferma più?
                                                                                                                       		                      Giusi R.

Sabato 5 e Domenica 6 Settembre siamo andati in Val Di Fassa per la consueta gita di due giorni di settembre che comprendeva anche una ferrata.  Ad un certo punto Virgilio mi ha chiesto perché non la facessi anch’io; subito non ho saputo cosa rispondere, la tentazione era tanta, ma il timore di non essere all’altezza e soprattutto di essere di impaccio agli altri mi frenavano moltissimo, così, come si fa di solito, ho chiesto consiglio ad Angelo che mi ha detto che se avessi voluto cimentarmi quella era l’occasione buona perché la ferrata, pur essendo impegnativa, era alla portata di una “principiante” come me.

Sabato siamo saliti al Rifugio Vajolet, un primo tratto con la funivia e poi con un comodo sentiero; nel pomeriggio siamo saliti fino alla base delle Torri  del Vajolet per poi proseguire fino al Passo Santner; da qui, complice la limpidissima giornata, abbiamo potuto ammirare un panorama splendido.
Dopo la solita chiassosa cena abbiamo ammirato il sorgere di una magnifica luna piena che rendeva il paesaggio magico.
Il mattino dopo siamo partiti tutti di buon’ora verso il Passo Principe dove il gruppo si è diviso; in 22 ci siamo imbracati e, caschetto in testa, via verso la Cima Antermoia (3004 m) per la via ferrata; prima di arrivare al punto d’attacco devo confessare che per un attimo mi sono chiesta cosa ci facessi lì e chi me lo facesse fare, ma è stato solo un momento, poi come faccio quasi sempre nella vita, via, mi sono buttata (per modo di dire naturalmente). Aiutata 
dai miei fedeli angeli custodi Virgilio ed Ivano che non mi hanno lasciata sola nemmeno per un momento e mi hanno dato fiducia, sono partita all’attacco. Una volta capito come funziona l’alternanza dell’aggancio e sgancio dei moschettoni e come cercare i giusti appoggi per i piedi e le mani, il grosso è fatto. 
La salita è filata via bene, una volta giunti in vetta ho avuto un momento di autentico magone, un po’ per l’emozione di aver raggiunto la meta, un po’ per la magnifica vista che spaziava a 360 gradi, un po’ per gli abbracci ed i complimenti che ci siamo scambiati con gli amici, sono stati momenti davvero indimenticabili.
Dopo le foto di rito, via sul sentiero di ritorno che devo dire è stato altrettanto impegnativo della salita anche per la presenza di qualche punto ghiacciato. All’arrivo, guardando indietro non riuscivo a credere di essere salita e scesa da lassù, la soddisfazione era davvero tanta. Grazie davvero di cuore agli amici che mi hanno aiutata ed incoraggiata a provarci, e adesso chi mi ferma più?
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Sabato 5 e Domenica 6 Settembre siamo andati in Val Di Fassa per la consueta gita di due giorni di settembre che comprendeva anche una ferrata.  Ad un certo punto Virgilio mi ha chiesto perché non la facessi anch’io; subito non ho saputo cosa rispondere, la tentazione era tanta, ma il timore di non essere all’altezza e soprattutto di essere di impaccio agli altri mi frenavano moltissimo, così, come si fa di solito, ho chiesto consiglio ad Angelo che mi ha detto che se avessi voluto cimentarmi quella era l’occasione buona perché la ferrata, pur essendo impegnativa, era alla portata di una “principiante” come me.

Sabato siamo saliti al Rifugio Vajolet, un primo tratto con la funivia e poi con un comodo sentiero; nel pomeriggio siamo saliti fino alla base delle Torri  del Vajolet per poi proseguire fino al Passo Santner; da qui, complice la limpidissima giornata, abbiamo potuto ammirare un panorama splendido.
Dopo la solita chiassosa cena abbiamo ammirato il sorgere di una magnifica luna piena che rendeva il paesaggio magico.
Il mattino dopo siamo partiti tutti di buon’ora verso il Passo Principe dove il gruppo si è diviso; in 22 ci siamo imbracati e, caschetto in testa, via verso la Cima Antermoia (3004 m) per la via ferrata; prima di arrivare al punto d’attacco devo confessare che per un attimo mi sono chiesta cosa ci facessi lì e chi me lo facesse fare, ma è stato solo un momento, poi come faccio quasi sempre nella vita, via, mi sono buttata (per modo di dire naturalmente). Aiutata 
dai miei fedeli angeli custodi Virgilio ed Ivano che non mi hanno lasciata sola nemmeno per un momento e mi hanno dato fiducia, sono partita all’attacco. Una volta capito come funziona l’alternanza dell’aggancio e sgancio dei moschettoni e come cercare i giusti appoggi per i piedi e le mani, il grosso è fatto. 
La salita è filata via bene, una volta giunti in vetta ho avuto un momento di autentico magone, un po’ per l’emozione di aver raggiunto la meta, un po’ per la magnifica vista che spaziava a 360 gradi, un po’ per gli abbracci ed i complimenti che ci siamo scambiati con gli amici, sono stati momenti davvero indimenticabili.
Dopo le foto di rito, via sul sentiero di ritorno che devo dire è stato altrettanto impegnativo della salita anche per la presenza di qualche punto ghiacciato. All’arrivo, guardando indietro non riuscivo a credere di essere salita e scesa da lassù, la soddisfazione era davvero tanta. Grazie davvero di cuore agli amici che mi hanno aiutata ed incoraggiata a provarci, e adesso chi mi ferma più?
                                                                                                                       		                      Giusi R.