“SELVADEK”   Si proprio così, nella sua VALFURVA lo conoscono con questo nomignolo.

Nato e cresciuto in alta Valtellina, dove ha potuto conoscere e amare la montagna, Marco è diventato uno di quei per­sonaggi che non si sono limitati a salire le cime delle  proprie  Montagne ma ha voluto andare oltre.

Da papà Alfonso ha saputo apprendere la grande passione; durante le vacanze scolastiche lo mandava con lo zio in malga. Per lui ogni anno è  una scoperta.

Dopo aver conosciuto questo mondo la scuola diventa una sofferenza, seduto a guardare fuori dalla finestra mentre  il
verde dei prati e il bianco della montagna sono richiami troppi forti.

Presto la passione per la montagna prende il sopravvento, in poco tempo realizza quello che sarà la sua vita.

A 19 anni ha deciso che voleva scalare, andare sempre più in alto.

Hanno inizio i corsi di guida e di maestro di sci, il suo primo cliente è un bresciano che accompagna in cima al S.Matteo, da allora la sua vita è legata alla montagna.

In questi anni le varie tappe sono significative e importanti per un giovane, inconsapevole di come poteva evolversi
questa sua passione.

A soli 19 anni è già aspirante guida, la più giovane d’Italia per ben 5 anni, poi nel 1993 diventa Guida Alpina Interna­zionale, anche qui la più  giovane d’Europa per ben 4 anni.

La sua carriera continua come istruttore, poi come tecnico di elisoccorso 118, poi vice capo stazione Soccorso Alpino di S.Caterina.

In quegli anni comincia a compiere le sue prime follie, come le chiamavano i suoi amici.

A vent’anni effettua il concatenamento delle 5 pareti nord del Tresero, del Pedranzini, del Dosegù, del S.Matteo e del Cadini niente meno che in otto ore e quaranta minuti, salire con piccozza e ramponi e scendere con gli sci. Detto così sembra facile, ma in realtà è uno sforzo pazzesco sia dal punto di vista tecnico, che fisico e mentale.

Poi nel 2003 compie la prima discesa italiana e la seconda mondiale della Nord dell’Ortles, una discesa da brividi, ripi­da, pericolosa piena di rocce e canali.

“ SELVADEK”

Nel 2005 effettua il concatenamento delle 4 pareti Nord l’Ortles, Gran Zebrù, il Piccolo Zebrù, e il Tresero, dedicato a tutte le mamme.

Nel  2004   affronta  il suo primo ottomila l’EVEREST, dal versante Nord, prima salita valtellinese

Nel  2005   SHISHA PANGMA  8017 mt   (cima centrale)

Nel  2006   SHISHA PANGMA  8027 mt   (cima pincipale)

       2006    ANNAPURNA   8091 mt  versante nord

Nel  2007   CHO OYU  8200 mt (salita veloce campo base cima campo base 26 ore )

       2007   BROAD PEAK  8047 mt

Nel  2008  durante la spedizione Share Everest 08 ha collaborato assieme a Gnaro Mondinelli e Michele Enzio, all’installazione della stazione meteo più alta del mondo a quota 8000 mt sul Colle Sud del monte Everest.    

Nel  2008   K2 via Sperone degli Abruzzi

Nel  2010   Lhotse, rinuncia a quota 7900 mt dovuta al forte freddo

 

Nel 2008 sulla parete Sud del K2 si è consumata una delle più grandi tragedie della storia dell’alpinismo.

Una serie di fatalità e il crollo di un seracco hanno dato il via a una imprevedibile catena di eventi che ha causato la morte di undici alpinisti, dove  poi l’impresa di Marco si è poi trasformata in una lotta per la sopravvivenza che lo ha costretto a misurarsi con i suoi limiti fisici e mentali.

 

“L’esperienza del K2 mi ha davvero messo in ginocchio. Ho perso undici amici ma ho ritrovato il dono più prezioso: la mia vita”.

Queste le parole di Marco durante una serata, dove lui stesso ha potuto commentare alcune immagini della  drammati­ca esperienza del 2008.

 

La disperazione, la fatica il dolore e la paura di non ritornare tra le sue valli, la sua diretta testimonianza durante la se­rata e nel libro da lui scritto.

GIORNI DI GHIACCIO”

 

La testimonianza di Marco durante questo tragico evento. ” Fa freddo, sono stanco, l’emozione di aver salito il K2 sen­za ossigeno è ancora forte dentro di me ed è lei, l’emozione, che per tutta la notte mi tiene sveglio.

 

Le stelle sono talmente belle e vicine che a 8400 mt sembra di accarezzarle, è un bivacco duro, non ho niente da bere nè da mangiare e tanto meno da coprirmi, il freddo ormai è dentro le mie ossa, è dentro il mio corpo come se volesse piano piano spegnere il mio cuore: il mio motore.

 

Lotto, lotto per tenere tutto attivo: l’anima, le gambe, le braccia, mi muovo in continuazione e non smetto di pensare a casa ...voglio tornare a casa e voglio sentire e riassaporare l’emozione di vedere la mia valle, la ma gente, la mia fami­glia.

 

E’ dura, è molto dura, il tempo non passa, il freddo si sta impossessando del mio corpo, no Marco, mi ripeto no Marco, non puoi, non devi mollare, Marco sei un guerriero, quindi combatti e non smettere!!! Pensa a casa, pensa che là in quel piccolo paese c’è tanta gente che ti aspetta; dai Marco combatti, combatti!!!

 

Canto, urlo, tengo sveglio Gerard, anche lui ha tanto freddo, non mollo e tengo duro, a casa mia la gente è forte, siamo gente di montagna, non molliamo così facilmente; è forse per questo che il K2 mi ha lasciato vivere, perchè forse lo sa: sono di montagna, amo la montagna e amo vivere di emozioni.

 

Piano piano fa giorno, la notte lascia il posto al giorno e piano piano anche il sole viene da noi, l’emozione, la voglia di vedere il giorno mi fa combattere ancor di più, ho freddo, sono gelato, ma il cuore, il mio spirito, la mia testa vogliono tornare solo a casa, così continuo a non mollare.

 

Ed ecco i primi raggi di sole ....caldi e belli; ma quanto è bello il sorgere del sole a oltre 8400 mt, il sole è magico il sole è vita.

Mi scalda il cuore, mi scalda l’anima, mi scalda il corpo, quel corpo che tutta la notte ha lottato per vivere...

Grazie K2, grazie di avermi permesso di tornare a casa e vivere ancora d’EMOZIONI.”

 

                                                                                                                                      MARCO CONFORTOLA

Venerdì 3 Dicembre presso il Cinema del Centro Giovanile si è svolta la consueta serata dedicata ad un perso­naggio legato alla  montagna. Quest’anno l’ospite è stato Marco Confortola.

Un appuntamento fisso per il nostro sodalizio, l’occasione per coinvolgere anche coloro che la montagna non la frequentano assiduamente, ma che vogliono viverla con delle vicende vissute; un’occasione per avvicinare alla montagna anche coloro che non fanno parte del nostro gruppo riunendoli in presenza di un grande perso­naggio dell’alpinismo.