PRENDIAMOLI 

PER  MANO

 

Andare in montagna con i ragazzi della scuola e dell’oratorio richiede un forte impegno organiz­zativo da parte dei responsabili, senza dimenti­care la partecipazione di un buon numero di persone.

Nella nostra Sezione tutto sommato riusciamo ad attinge­re le risorse necessarie da un buon gruppo dei senior e in occasione di tali attività troviamo una buona disponibilità
di soci.

Quel giorno veniamo contagiati dall’allegria dei più giova­ni, dal loro entusiasmo e dalla loro vivacità.

In queste occasioni, senza volerlo, la nostra mente ci ri­porta ad essere bambini e spontaneamente ci mettiamo al passo dei ragazzi per camminare sul sentiero, siamo pronti a dare loro le risposte su cose che abbiamo vissuto prima di loro perché le nostre scoperte sono state più spontanee e c’era più voglia di andare alla scoperta di qualsiasi cosa, purchè si restasse all’aria aperta.

Allora la televisione aveva un ruolo diverso, non eravamo influenzati da tanti messaggi e la nostra televisione erano i prati sotto casa soprattutto dopo che erano stati falciati, o quando si andava in Pias de Gri e dovevi ritornare pri­ma di cena (non sentivi nemmeno la fame).

Poi veniva la sospirata gita scolastica fuori dal chiasso festante delle aule, in fila per due senza grembiule e que­sta gita consisteva solitamente in una passeggiata al me­se (Valle dei fiori).

Un’altra opportunità erano le vacanze con le colonie alpi­ne, che di alpino avevano solo l’aria che respiravi perché
poi le regole erano da rispettare mentre nei tuoi prati po­tevi scorazzare come volevi.

E’ un compito veramente difficile quello che noi adulti
abbiamo nei confronti delle nuove generazioni: il dovere di educare i nostri figli all’amore per la vita e la natura.

I nostri giovani, oggi più che mai, ci chiedono di cammi­nare insieme a loro, lungo quel sentiero che li aiuterà a scoprire cosa è veramente la vita.

 

A noi è stata data l’opportunità di assistere a questa lezione e mi sembra giusto dare anche a loro questa opportunità perché ne hanno tutto il diritto.
La montagna vista come scuola di vita non è retorica, per questo ritengo fondamentale il compito di ognuno di noi.
I valori e gli insegnamenti che riusciremo a trasmettere loro rimarranno importantissimi anche nella vita futura; la montagna è anche solidarietà, amicizia, per questo dobbiamo far vivere questi attimi.
L’Alpinismo Giovanile è una delle attività che il C.A.I. offre ai giovani dagli 8 anni ai 18.
Con tale attività, i ragazzi oltre che acquisire conoscenze culturali e abilità tecniche per affrontare e vivere l’ambiente montano con gioia e sicurezza, imparano a vivere in gruppo e insieme possono collaborare alla piena riuscita di un obiettivo.
La strada è segnata e la si deve percorrere insieme, scuola – C.A.I. - famiglia - società, portando il proprio contributo con pazienza e con  modestia e con la consapevolezza  di operare per il bene di coloro che nel progetto educativo sono i protagonisti: i nostri GIOVANI.
Numerose sono le attività che il C.A.I. può offrire: dai corsi per conoscere e frequentare la montagna, alle gite che insieme agli accompagnatorI si possono pianificare, ai soggiorni dove i ragazzi sono messi a contatto con 
l’ambiente.
Parlare di giovani vuol dire avere il coraggio di affrontare un problema dai risvolti sociali.
L’intendimento non è quello di dimostrare quanto siamo bravi, ma quanto possiamo mettere a disposizione le nostre conoscenze per i giovani che vogliono conoscere  la montagna.
Prepariamo la nostra cassetta degli attrezzi e ci troveremo ad osservare questi ragazzi vivaci, simpatici, curiosi.
Abbigliamento appropriato, scarponcini, zaino senza pesi inutili e abiti adatti.
Qualche segno di stanchezza, ma nessun risentimento.
I giovani sono motivati, contenti di trovarsi lì e di essere considerati persone responsabili.
Poi alla fine della passeggiata sentiranno anche loro la fame e non si dovrà  richiamarli più di una volta per finire il panino.                                                                                                              	Mamma , Nonna e Zia
                                                                                                                 							Patrizia P.
A noi è stata data l’opportunità di assistere a questa lezione e mi sembra giusto dare anche a loro questa opportunità perché ne hanno tutto il diritto.
La montagna vista come scuola di vita non è retorica, per questo ritengo fondamentale il compito di ognuno di noi.
I valori e gli insegnamenti che riusciremo a trasmettere loro rimarranno importantissimi anche nella vita futura; la montagna è anche solidarietà, amicizia, per questo dobbiamo far vivere questi attimi.
L’Alpinismo Giovanile è una delle attività che il C.A.I. offre ai giovani dagli 8 anni ai 18.
Con tale attività, i ragazzi oltre che acquisire conoscenze culturali e abilità tecniche per affrontare e vivere l’ambiente montano con gioia e sicurezza, imparano a vivere in gruppo e insieme possono collaborare alla piena riuscita di un obiettivo.
La strada è segnata e la si deve percorrere insieme, scuola – C.A.I. - famiglia - società, portando il proprio contributo con pazienza e con  modestia e con la consapevolezza  di operare per il bene di coloro che nel progetto educativo sono i protagonisti: i nostri GIOVANI.
Numerose sono le attività che il C.A.I. può offrire: dai corsi per conoscere e frequentare la montagna, alle gite che insieme agli accompagnatorI si possono pianificare, ai soggiorni dove i ragazzi sono messi a contatto con 
l’ambiente.
Parlare di giovani vuol dire avere il coraggio di affrontare un problema dai risvolti sociali.
L’intendimento non è quello di dimostrare quanto siamo bravi, ma quanto possiamo mettere a disposizione le nostre conoscenze per i giovani che vogliono conoscere  la montagna.
Prepariamo la nostra cassetta degli attrezzi e ci troveremo ad osservare questi ragazzi vivaci, simpatici, curiosi.
Abbigliamento appropriato, scarponcini, zaino senza pesi inutili e abiti adatti.
Qualche segno di stanchezza, ma nessun risentimento.
I giovani sono motivati, contenti di trovarsi lì e di essere considerati persone responsabili.
Poi alla fine della passeggiata sentiranno anche loro la fame e non si dovrà  richiamarli più di una volta per finire il panino.                                                                                                              	Mamma , Nonna e Zia
                                                                                                                 							Patrizia P.