LA ROCCA

D’ANFO

Domenica 11 Aprile 2010, ore 08.00: partenza da Piazza Paolo VI di Lumezzane con destinazione Lago d'Idro, più precisamente, la Rocca d'Anfo. La giornata è grigia e uggiosa, ma lo spirito è buono.

Dopo una mezz'oretta di auto arriviamo sul posto e, visto l'alto nume­ro di partecipanti alla gita, veniamo divisi in tre gruppi, ognuno dei quali assistito da una guida.

La visita inizia con la salita attraverso quelle che una volta erano delle caserme, denominate Batterie, in direzione dell'osservatorio posto nel punto più alto di questo insieme di edifici nato attorno al 1450 come postazione doganale tra lo Stato Vescovile di Trento e la Repubblica di Venezia, e poi divenuto fortificazione militare.

La nostra guida ci spiega cha dal 2006 la Rocca è stata data in gestio­ne gratuita dal Comune di Anfo ai volenterosi amici del "Gruppo Sen­tieri Attrezzati Idro 95", che da allora occupano il loro tempo libero per recuperare questa stupenda fortezza ricca di storia eretta dalla Sere­nissima Repubblica per poi essere ampliata sotto la dominazione Na­poleonica attorno al 1800, ma ahinoi lasciata in stato di abbandono negli ultimi 35 anni.

La salita continua e ci vengono illustrate tutte le batterie, le formidabi­li tecniche di costruzione, all'avanguardia per quegli anni, ed io e il mio bambino restiamo meravigliati per quei bellissimi edifici che, dal­la strada percorsa tante volte, non avevamo mai notato.

Verso mezzogiorno, dopo un'infinità di scalini, (a fine giornata il no­stro accompagnatore ci svelerà che il giro completo conta 1780 gradi­ni e lui era la 56esima volta che lo faceva come guida...) arriviamo nel punto più alto, " l'Osservatorio", e da qui notiamo ancor di più quanto tutto sia imponente.

Riprendiamo il nostro tour e il tempo, che fino a quel momento era stato clemente, comincia a fare qualche capriccio. Cerchiamo quindi riparo in una caserma e, mentre ci mangiamo un bel panino ristorato­re, noto che su di una parete ci sono incisi dei nomi con delle date che vanno dal 1900 al 1918 circa: una leggera malinconia mi coglie quando realizzo che si tratta di nomi di soldati che hanno fatto la pri­ma guerra mondiale in questo posto e che hanno voluto lasciare una testimonianza del loro certamente drammatico e triste passaggio.

 

 

Dopo pranzo cominciamo a scendere e i numerosi bambini partecipanti, fino a quel  momento molto interessati agli argomenti, si fanno meno gestibili.

 

Mentre scendiamo ci vengono illustra­te le prigioni, le polveriere e i posti di guardia, fino ad arrivare al punto in cui avevamo inizia la gita, dove venia­mo congedati dalla nostra guida.

Rocca d'Anfo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

 

Rocca d’Anfo è un complesso militare fortificato eretta nel secolo XV dalla Repubblica di Venezia nel Comu­ne di Anfo, sul lago d'Idro, in Val Sabbia, provincia di Brescia, e posta a guardia del vicino confine di Stato con il Principato Vescovile di Trento. Edificata sul pendio del Monte Censo su una superficie di 50 ettari, la Rocca fu rimaneggiata più volte dagli ingegneri di Napoleone Buonaparte e da quelli italiani, ma perse il suo valore strategico nel 1918, quando il Trentino passò definitivamente al Regno d'Italia. Dopo il 1860 l'esercito austriaco in contrapposizione alla Rocca, iniziò la costruzione del Forte d'Ampola a Storo e di quello di Lar­daro. Adibita dall’esercito italiano a caserma per l'addestramento dei militari di leva, la Rocca fu anche luogo di detenzione e polveriera; fu dismessa nel 1975, ma restò vincolata al Ministero della Difesa fino al 1992.
Nel maggio del 2005 una convenzione stipulata fra l’Agenzia del Demanio, l’Amministrazione comunale di Anfo e la Comunità montana di Valle Sabbia permette al municipio di Anfo di gestire e ristrutturare i 500 mila metri quadrati di patrimonio storico collocati sulle pendici e all'interno del Monte Censo.