Il primo passo del mio trekking ha inizio fra i pen­sieri. I miei sono per l’Alta Via dell’Adamello. Il secondo passo lo compio con un dito che scorre sulla cartina. Il mio dito ricono­sce alcuni tratti di questo grande sentiero. Conosco dunque il terreno ed in parte ciò che mi attende. Il ter­zo passo consiste nel pensare ad un programma. Il quarto passo consiste nel non prender troppo sul serio il programma poiché le forze ed il me­teo mi potrebbero condizionare. Il programma serio prevede la parten­za in treno da Iseo per Edolo. Da lì conto di tornare a casa seguendo l’Alta Via ed alcuni tratti del 3V. E’ un trekking che pianifico e intraprendo da solo. Credo che troverò comun­que qualcuno lungo il percorso che nel tratto Bazena-Rifugio Garibaldi, secondo Google Earth, misura 56,6 km. Premetto che l’esperienza matu­rata con gli amici del G.A.L. mi dà

una buona dose di sicurezza e che mi sento in grado di portare a termi­ne il percorso tracciato dal mio dito. Quando organizzo lo zaino c’infilo lo stretto necessario più un libro. Fisso la partenza per Domenica 18 Luglio. Giunto a Edolo m’incammino sul du­ro asfalto e scopro con piacere che l’autostop funziona ancora! Inizio il cammino percorrendo il vecchio sen­tiero oramai abbandonato che passa nei pressi di Malga Stain senza toc­carla. Certi sentieri vanno a morire poiché mancano i parcheggi alle loro partenze. Oggi conto di arrivare al Bivacco Valerio Festa posto alla te­stata della Val Gallinera all’omonimo passo. Al bivacco sono da solo e trascorro una notte umida. Alle 6 del giorno dopo sono già in cammino. Scendo verso il lago Aviolo e inizio la mia salita prendendo il sentiero 35a. Sino all’incrocio col numero 35 tutto fila per il meglio. Poi scopro che la mia cartina riporta un sentiero che

appunto esiste solo sulla carta. Mi trovo ad inventare il percorso che mi porterà al Passo di Gole Larghe. Zo­na poco battuta e probabilmente un po’ a rischio per le scariche di sassi. Giunto al passo incrocio il numero 1 e finalmente il sole. Sotto di me i La­ghi d’Avio e Benedetto e, in lonta­nanza, la mia meta che è il Rifugio Garibaldi. Giornata calda e faticosa. La terza tappa nasce benissimo, poi­ché decido di salire a Passo Brizio posto a 3187 mt. La salita al passo è stata messa in sicurezza e, superato il conoide di neve posto al suo inizio, tutto fila liscio. Al passo mi si apre un mondo. Il Pian di Neve è immacolato, il sole splende su un cielo da cartoli­na. Impossibile resistere! Scendo sul Pian di Neve. Sono le 8 del mattino e sto in maglietta senza problemi. Quando torno al passo entro al bi­vacco Zanon Morelli, che scopro re­staurato ed in perfetto ordine. Mi ri­metto in cammino poiché oggi preve­

do una giornata lunga. Conto di arri­vare al Rifugio Gnutti attraverso i Pas­si del Lunedì, Premassone e Cristallo. Lascio la parete Nord dell’Adamello salendo al Passo del Lunedi. Nei pressi di Passo Premassone incontro 4 camosci che non paiono infastiditi dalla mia presenza. Supero Passo Cristallo nella nebbia ed inizio la di­scesa verso il Rifugio Gnutti che pare davvero interminabile. Sarà la stan­chezza? Quella odierna sarà una tap­pa da incorniciare. Dopo la cena al rifugio pianifico la quarta tappa che, attraverso la salita a Passo Miller, passando per il Rifugio Prudenzini e poi per Passo Poia mi porterà in Val Adamè e quindi al Rifugio Lissone. Proprio a Passo Poia incontrerò la prima delle uniche due persone in­contrate durante il mio cammino. La seconda la incontrerò poco più’ a val­le. La quinta tappa fa affiorare la stan­chezza accumulata. Dal Lissone arri­vo a Passo Ignaga, supero il piccolo ma splendido Lago d’Avolo e giungo a Passo di Campo. E’ presto, e penso che potrei arrivare sino al Rifugio Tita Secchi. Invece nei pressi del Rifugio Maria e Franco scopro che le gambe non girano più. Mi riposo per un’ora, ma non basta. Decido di fermarmi. Mi accomodo nel rifugio dato che oggi fa un po’ più freddo. Il tempo sta cam­biando. Verso sera arrivano parecchie persone ed alcune sono in cammino proprio sul Numero 1 ma in senso opposto al mio. Fra di loro anche A­shima, una cagnolina che dal Tita

Secchi passando per la cima del Blu­mone si è unita a tre ragazzi. Ashima ha la cuccia al Tita Secchi e domani sarà la mia compagna di viaggio. Con Ashima intraprendo la sesta tappa. Con uno spago la lego, anche se sco­pro che percorrere Passo Brescia con un cane al guinzaglio non è proprio consigliabile. Supero indenne il pas­so, ma grazie ad Ashima scivolo due volte scorticandomi entrambe le cavi­

glie. Una volta consegnata la cagnoli­na riparto per Bazena. Conto di arri­vare in Maniva attraverso passo Cro­cedomini. Superato il Crocedomini da 3 km si alza un forte vento ed inizia a scendere pioggia. Riprovo a fare au­tostop e nuovamente la fortuna mi sorride. Arrivo all’Albergo Dosso Alto in Maniva evitando un temporale con raffiche di vento molto forti. Qui mi riprendo tra le comodità e mi curo le caviglie che si son gonfiate. Dalla Pa­rete Nord dell’Adamello ai pascoli del­la Pezzeda e in poche ore sarò a ca­sa. Oggi ultimo giorno di cammino, il cielo è tornato limpido e l’aria è friz­zante. Anche le mie caviglie purtrop­po frizzano. Giunto a Lodrino, sotto un caldo torrido a cui non ero più abi­tuato, con le caviglie doloranti, ma senza rimpianti interrompo il mio per­sonalissimo numero 1. Un autobus mi riporterà a casa. Perdonate l’ovvietà, ma sono stati sette giorni fantastici, ricchissimi di emozioni.  Un pensiero ed un dito su una cartina e tutto può accadere. Ciao a tutti

        Stefano B.