La partenza per queste salite è sempre  emozionante, appare quasi come un gioco, il gioco del silenzio; una forza mi travolge,  preme e mi attrae verso l’alto, mentre dentro di me continuo a pensare se c’è la farò, intanto sono entrata in quel mondo e devo concentrarmi sui miei movimenti, perchè fino lassù devo arrivare.
C’è qualcuno che mi aspetta, mi sono data appuntamento.
Il silenzio mi circonda, alzo lo sguardo per controllare davanti a me,vedo che comincia ad albeggiare: la giornata si prospetta serena, ottima per la salita.
Sono talmente presa da me stessa mentre salgo il canalino e colgo ben poco di ciò che mi sta attorno in questo momento. Roberto mi invita a  non fermarmi, ma di proseguire perché poi avrò il tempo che vorrò  per guardare dietro di me.
Mi ritrovo fuori da questo passaggio, una piccola sosta e bevo del the, scambio due chiacchiere con  Roberto: per lui pare sia una passeggiata, ha lasciato che Beppe  facesse da capo cordata.
Si riparte, si attraversa a destra per risalire il ripido pendio e la meta si fa sempre più vicina.
L’ultimo tratto si presenta ripido, saliamo senza problemi e  ogni tanto Beppe si gira  chiedendo conferma che vada  tutto bene. Si sentono le voci di gioia di chi è gia arrivato  e riesco così a capire che sono quasi arrivata.
Ma che montagna meravigliosa! Guardando  verso la cima c’è  l’azzurro del cielo che si scaglia contro la parte più alta della vetta: è una visione sorprendente, meraviglioso questo effetto.
Ora siamo in prossimità dell’anticima, superiamo le roccette, poi il traversino: siamo arrivati alla  cima.
In quel preciso momento vengo pervasa da  un senso di libertà.
Avevo un appuntamento su quella cima ed eccomi puntuale.
Certamente è stata una salita molto significativa, la montagna ancora una volta mi ha dato una lezione di vita.
La vita é fatta per essere vissuta e  per capire cosa vuole devi entrare nel cuore della situazione e così è stato.
Grazie ai componenti della mia cordata che hanno lasciato che vivessi ogni momento della salita nel silenzio più profondo senza chiedermi perchè.
	    Patrizia P.
La partenza per queste salite è sempre  emozionante, appare quasi come un gioco, il gioco del silenzio; una forza mi travolge,  preme e mi attrae verso l’alto, mentre dentro di me continuo a pensare se c’è la farò, intanto sono entrata in quel mondo e devo concentrarmi sui miei movimenti, perchè fino lassù devo arrivare.
C’è qualcuno che mi aspetta, mi sono data appuntamento.
Il silenzio mi circonda, alzo lo sguardo per controllare davanti a me,vedo che comincia ad albeggiare: la giornata si prospetta serena, ottima per la salita.
Sono talmente presa da me stessa mentre salgo il canalino e colgo ben poco di ciò che mi sta attorno in questo momento. Roberto mi invita a  non fermarmi, ma di proseguire perché poi avrò il tempo che vorrò  per guardare dietro di me.
Mi ritrovo fuori da questo passaggio, una piccola sosta e bevo del the, scambio due chiacchiere con  Roberto: per lui pare sia una passeggiata, ha lasciato che Beppe  facesse da capo cordata.
Si riparte, si attraversa a destra per risalire il ripido pendio e la meta si fa sempre più vicina.
L’ultimo tratto si presenta ripido, saliamo senza problemi e  ogni tanto Beppe si gira  chiedendo conferma che vada  tutto bene. Si sentono le voci di gioia di chi è gia arrivato  e riesco così a capire che sono quasi arrivata.
Ma che montagna meravigliosa! Guardando  verso la cima c’è  l’azzurro del cielo che si scaglia contro la parte più alta della vetta: è una visione sorprendente, meraviglioso questo effetto.
Ora siamo in prossimità dell’anticima, superiamo le roccette, poi il traversino: siamo arrivati alla  cima.
In quel preciso momento vengo pervasa da  un senso di libertà.
Avevo un appuntamento su quella cima ed eccomi puntuale.
Certamente è stata una salita molto significativa, la montagna ancora una volta mi ha dato una lezione di vita.
La vita é fatta per essere vissuta e  per capire cosa vuole devi entrare nel cuore della situazione e così è stato.
Grazie ai componenti della mia cordata che hanno lasciato che vivessi ogni momento della salita nel silenzio più profondo senza chiedermi perchè.
	    Patrizia P.
La partenza per queste salite è sempre  emozionante, appare quasi come un gioco, il gioco del silenzio; una forza mi travolge,  preme e mi attrae verso l’alto, mentre dentro di me continuo a pensare se c’è la farò, intanto sono entrata in quel mondo e devo concentrarmi sui miei movimenti, perchè fino lassù devo arrivare.
C’è qualcuno che mi aspetta, mi sono data appuntamento.
Il silenzio mi circonda, alzo lo sguardo per controllare davanti a me,vedo che comincia ad albeggiare: la giornata si prospetta serena, ottima per la salita.
Sono talmente presa da me stessa mentre salgo il canalino e colgo ben poco di ciò che mi sta attorno in questo momento. Roberto mi invita a  non fermarmi, ma di proseguire perché poi avrò il tempo che vorrò  per guardare dietro di me.
Mi ritrovo fuori da questo passaggio, una piccola sosta e bevo del the, scambio due chiacchiere con  Roberto: per lui pare sia una passeggiata, ha lasciato che Beppe  facesse da capo cordata.
Si riparte, si attraversa a destra per risalire il ripido pendio e la meta si fa sempre più vicina.
L’ultimo tratto si presenta ripido, saliamo senza problemi e  ogni tanto Beppe si gira  chiedendo conferma che vada  tutto bene. Si sentono le voci di gioia di chi è gia arrivato  e riesco così a capire che sono quasi arrivata.
Ma che montagna meravigliosa! Guardando  verso la cima c’è  l’azzurro del cielo che si scaglia contro la parte più alta della vetta: è una visione sorprendente, meraviglioso questo effetto.
Ora siamo in prossimità dell’anticima, superiamo le roccette, poi il traversino: siamo arrivati alla  cima.
In quel preciso momento vengo pervasa da  un senso di libertà.
Avevo un appuntamento su quella cima ed eccomi puntuale.
Certamente è stata una salita molto significativa, la montagna ancora una volta mi ha dato una lezione di vita.
La vita é fatta per essere vissuta e  per capire cosa vuole devi entrare nel cuore della situazione e così è stato.
Grazie ai componenti della mia cordata che hanno lasciato che vivessi ogni momento della salita nel silenzio più profondo senza chiedermi perchè.
	    Patrizia P.
La partenza per queste salite è sempre  emozionante, appare quasi come un gioco, il gioco del silenzio; una forza mi travolge,  preme e mi attrae verso l’alto, mentre dentro di me continuo a pensare se c’è la farò, intanto sono entrata in quel mondo e devo concentrarmi sui miei movimenti, perchè fino lassù devo arrivare.
C’è qualcuno che mi aspetta, mi sono data appuntamento.
Il silenzio mi circonda, alzo lo sguardo per controllare davanti a me,vedo che comincia ad albeggiare: la giornata si prospetta serena, ottima per la salita.
Sono talmente presa da me stessa mentre salgo il canalino e colgo ben poco di ciò che mi sta attorno in questo momento. Roberto mi invita a  non fermarmi, ma di proseguire perché poi avrò il tempo che vorrò  per guardare dietro di me.
Mi ritrovo fuori da questo passaggio, una piccola sosta e bevo del the, scambio due chiacchiere con  Roberto: per lui pare sia una passeggiata, ha lasciato che Beppe  facesse da capo cordata.
Si riparte, si attraversa a destra per risalire il ripido pendio e la meta si fa sempre più vicina.
L’ultimo tratto si presenta ripido, saliamo senza problemi e  ogni tanto Beppe si gira  chiedendo conferma che vada  tutto bene. Si sentono le voci di gioia di chi è gia arrivato  e riesco così a capire che sono quasi arrivata.
Ma che montagna meravigliosa! Guardando  verso la cima c’è  l’azzurro del cielo che si scaglia contro la parte più alta della vetta: è una visione sorprendente, meraviglioso questo effetto.
Ora siamo in prossimità dell’anticima, superiamo le roccette, poi il traversino: siamo arrivati alla  cima.
In quel preciso momento vengo pervasa da  un senso di libertà.
Avevo un appuntamento su quella cima ed eccomi puntuale.
Certamente è stata una salita molto significativa, la montagna ancora una volta mi ha dato una lezione di vita.
La vita é fatta per essere vissuta e  per capire cosa vuole devi entrare nel cuore della situazione e così è stato.
Grazie ai componenti della mia cordata che hanno lasciato che vivessi ogni momento della salita nel silenzio più profondo senza chiedermi perchè.
	    Patrizia P.