IL CASTELLO DELLE STREGHE

Falesia alle scale           11 agosto 2006

Ore 17,30 mi avvio. Il sentiero mi pare di ricordarlo, strada, casa con cane che abbaia, nessun problema. Fa molto caldo ma è un piacere, pomeriggio di quasi estate. Mi accompagnano miriadi di insetti ed il mio respiro un poco affannoso. Penso, penso ai ragazzi che troverò lassù per qualche bella arrampicata, penso a me, alla mia vita, ai miei anni quasi persi e poi ritrovati. Ogni tanto mi fermo, il sentiero è abbastanza ripido, e guardo giù, non avrei mai pensato di amare il posto dove sono nata, ed invece mi ritrovo ad apprezzare e guardare con affetto le montagne della valle. Il paesaggio non è per niente male, Lumezzane di sotto è fitta di case ma illuminata da un sole battente che le dice bene.  Il cielo è fiammeggiante di azzurri e bianchi abbaglianti che fanno contrasto con il verde luminoso del sottobosco ed il tenue multicolore dei fiori che punteggiano i bordi del sentiero, fiori piccoli, delicati e poco appariscenti, niente di che, come questi monti, non alti, non famosi, non ricercati ma i nostri, e per questo piacevoli.Lucertole veloci mi distraggono da pensieri che mi inseguono, chissà dove sarà, cosa farà, quando tornerà, la mia vita persa, il dolore che piano si affievolisce, troppo piano forse, ma è un bagaglio a mano che mi tocca ancora.Ora sono alle ultime case, seguo divertita anatroccoli che camminano in fila e cerco il sentiero che porta su, mi confondo ma poi trovo il filo della teleferica, bene, forse riesco ad arrivare prima degli altri e fare loro una sorpresa. Mi sento una sciocca, anzi no, una sciocca felice.Mi inoltro tra boscagli pieni di ragnatele, mi viene da pensare che non sia la via giusta, ma vado avanti.Vedo il muro delle rocce che devo raggiungere e mi paiono sempre più vicine, il sentiero è poco agevole ma camminare mi piace, la voglia di raggiungerle è tanta ed è un motore fantastico.E' quando mi ritrovo in cima al monte ad un posto di caccia mai visto, che ho la certezza di aver sbagliato sentiero.Vedo le rocce che mi sorridono divertite sulla sinistra, devo deviare ma non trovo uno straccio di sentiero. Dò una voce e spero che qualcuno sia arrivato su e mi senta. Mi sono persa!Finalmente una risposta, c'è qualcuno, ora mi raggiunge, lo vedo spuntare a metà della valletta che divide me dalle rocce e penso divertita che è uno spiritello di montagna che viene in mio aiuto, anche perchè, da lontano, non riesco a capire chi è veramente.Vedo, tra gli alti cespugli, la figura che appare e scompare e poi, finalmente, ci incontriamo, è uno dei nostri, che bello vederlo. Si ride divertiti della piccola disavventura, certo, la montagna non è mai da sottovalutare, anche per piccole cose come questa.  Si va su insieme, siamo comunque i primi, le vie sono belle, non le ricordavo bene ma ora, a rivederle, mi piacciono ancora di più, rido a leggerne i nomi ed a sentire i racconti legati alla loro preparazione e chiodatura. Ci prepariamo, si tira su la prima via, fa caldo ma non troppo, uno alla volta arrivano gli altri, il gruppo è fatto, una via dopo l'altra mi accorgo che non sono per niente facili, hanno del carattere, ostiche come la gente della valle, ma è un piacere riuscire a capirle e percorrerle.Le due in cima e poi quel camino che ti fa utilizzare tecniche che in altro modo non impareresti e poi le classiche sotto, tutto veramente godibile. Io non mi stanco di andare su e giù ed i ragazzi ridono delle mie ginocchia spaccate e rigate dalla roccia.Si va via con i muscoli indolenziti e la voglia di tornare li, non basta mai, certo è "solo" una falesia ma hai la sensazione che ti stesse aspettando e mancassi solo tu per completarla e farla felice e, per questo,la senti un poco più vicina di tutte le altre che hai percorso e sperimentato.Scendendo veloce il sentiero che forse ora ho imparato veramente penso allegra ed onorata che ho trovato il mezzo per avvicinarmi agli altri spiriti della montagna.

 

                                           Marina Livella