Blumone 23 novembre 2008 Dopo quasi due mesi di assenza, finalmente, eccomi ad aspettare gli altri componenti del gruppo per una salita non del tutto nuova. La meta è Cima di Blumone, già salita qualche tempo fa da Marina e Giovanni ma, questa volta, abbiamo l’ambizione di percorrere tutta la cresta fino al Passo Termine. Alla partenza siamo in sei; Stefano, Loredana, Chiara, Giovanni, Marina, io e Stefano Jr. che ci attende a Nozza. Mattinata veramente fredda, il termometro segna meno otto in fondo alla piana del Gaver; alle sette e quarantacinque lasciamo le macchine per dirigerci verso il sentiero che, dalla centrale elettrica, porta alla malga Blumone di Sopra ed li arrivati lo abbandoniamo per addentrarci nella valle risalendola. La neve che all’inizio copriva a malapena il terreno ora si fa mano a mano più alta nascondendo i buchi tra una pietra e l’altra rendendo faticosa la progressione. Giovanni avanza verso la testata di quella piccola valle dove si vedono diversi canalini tutti ben innevati, non si dirige verso nessuno di questi ma sceglie un passaggio incassato tra due pareti fermandosi all’imbocco. Qui mettiamo i ramponi, togliamo la picca dallo zaino, ci copriamo bene poiché il freddo è veramente pungente e via, oltrepassato uno spigolo ci si presenta un canalino con neve compatta, è un piacere salirlo, ed arrivati in cima ci troviamo finalmente al sole. Ora vediamo in tutta la sua lunghezza il percorso che ci attende per raggiungere la cima anche se Giovanni si dirige deciso tenendo la destra rispetto alla linea di cresta che inizia a formarsi. La superficie nevosa spazzata dal vento del giorno prima è molto incostante e con disegni e forme veramente stupefacenti; passiamo da neve leggera dove si sprofonda fino a metà polpaccio, a neve crostosa e dura che ci sorregge senza problemi, a neve ventata che ci fa sprofondare fin oltre il ginocchio. La piccola variante ci porta ad un nuovo breve canalino con un’uscita abbastanza ripida sulla cresta, per poi seguirla alternandoci davanti a fare traccia poiché la fatica comincia a farsi sentire anche se alleviata dallo spettacolo che ci circonda; la giornata è così tersa da offrire una visibilità eccezionale, tanto da riuscire a vedere l’orizzonte fino all’Appennino. Camminando ammiriamo la parete nord del monte Gelo e studiamo la possibilità di una prossima salita quando le condizioni lo permetteranno. Dei richiami mi distolgono dai miei pensieri, sono Loredana, Chiara, Stefano e Stefano Jr. che, già giunti in vetta, mi gridano di sbrigarmi, allungo quindi il passo e li raggiungo accompagnato da Marina e Giovanni. Sono circa le undici e siamo sulla Cima di Blumone a 2566 metri di altitudine, il panorama è stupendo e la totale assenza di vento ed il sole caldo ci fanno indugiare un poco per rifocillarci tra chiacchiere e risate. Ora ci attende la parte più delicata, la discesa sull’altro versante percorrendo un cresta parecchio affilata; la preoccupazione è comunque alleviata dalla visione di alcuni canalini facili da poter utilizzare per una discesa alternativa sul versante sinistro. Io precedo la compagnia e circa a metà del percorso un taglio netto ci fa fermare, non è visibile il proseguimento della cresta e sono indeciso ma tento ugualmente un traverso parecchio esposto e con poca neve che però si rivela breve e riconduce sulla cresta. Questo sarà l’unico tratto veramente impegnativo, il resto del percorso fino al passo del Termine non darà problemi di sorta facendoci divertire molto. Eccoci arrivati, ammiriamo la lunga cresta appena percorsa, esteticamente molto bella, scattando numerose fotografie mentre alcuni di noi si trasformano in bambini scivolando ripetutamente lungo un pendio tra le risate generali. Ora è il momento di rientrare poiché il percorso è ancora lungo e bisogna far traccia fin dove al mattino abbiamo abbandonato il sentiero. Sempre alternandoci alla testa del gruppo seguiamo il fondo della valle arrivando, dopo il passaggio in una gola molto caratteristica, alla malga Casinello di Blumone per poi proseguire sul sentiero che ci porta alle macchine nella piana del Gaver. Bella giornata che, una volta cambiati, concludiamo nella locanda vicina, davanti ad un buon panino ed un vin brolè rammaricandoci per Davide che non è potuto essere dei nostri per godere di questa bella salita.
Carlo Freddi
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